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SANGUE INNOCENTE

Se quella mano non l’avesse strappato
sradicandolo dalla terra bagnata e fertile di primavera,
in quel fiore rubato, quanta vita c’era!

E a un tratto nell’aria
la dolce brezza, non fu che pesante atmosfera,
fu pianto, furono lacrime di un utero in pena
con il cuore frattagliato e infranto.

Sgomento, dolore, spargimento del sangue suo
fecero affluire il sangue dentro,
perché quel gesto misero
di tal brutale accanimento?

Soltanto un canto lieve potè levarsi al cielo,
un canto puro come nenia
accompagnò quell’anima oltre le nuvole

in quel blu dove il sangue si scolora,
dove il pensiero è libero,
e dove  liberi si vola.

Giovanna Politi

Realizzazione a cura di: Antonio Iannice & Eugenio Pecorabianca- agosto 2013